Archivi del mese: aprile 2019

Motel Satori – Blossom and Flower

Alternative rock con inserti elettronici e una suadente voce al femminile, costantemente in bilico tra melodia e sperimentazione. “Blossom and Flower” è l’ep d’esordio dei ferraresi Motel Satori, uscito autoprodotto ad aprile 2019.

Lo stesso quartetto lo introduce così:
“Queste 4 tracce sono una prima sintesi di questo progetto, le atmosfere sono in costante equilibrio tra l’estetica classica della rockband e gli interventi di elettronica minimale che aprono a scenari psichedelici talvolta inaspettati, quasi fossero esperimenti dall’esito sconosciuto. Come un fallout radioattivo che si sparge in una fabbrica investendo macchine in funzione e scrivanie piene di appunti.“

Impreziosito dallo splendido artwork di Christian Bondandini (NSGraphicart), “Blossom and Flower” è disponibile in compact disc, in streaming e in digital download sulle principali piattaforme di smistamento digitale.

Allacciate le cinture, e buon ascolto.

INFO
USCITA: 3 aprile 2019
PROVENIENZA: Ferrara, Italia
GENERE: Alt rock
FACEBOOK: https://www.facebook.com/motelsatori/
CONTATTI: motelsatoriband@gmail.com
STREAMING & DIGITAL DOWNLOAD: https://motelsatori.bandcamp.com/album/blossomand-flower

Goodbye, Kings – rassegna stampa in tempo reale

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PALM DOWN – Unfamiliar Air in Familiar Places

L’album d’esordio del giovane songwriter romano e con il acoustic folk-pop-punk dall’attitudine underground e il retrogusto emozionale.
In uscita autoprodotto il 12 aprile 2019, “Unfamiliar Air in Familiar Places” contiene 10 canzoni che raccontano estratti di momenti di vita, legati tra loro da un sentimento di alienazione, fiducia e sfiducia nelle amicizie e nell’amore

“Chi apprezza un artista come persona, potrebbe anche apprezzare la sua musica, ma non viceversa. La scena underground italiana prettamente punkrock in cui sono cresciuto e sto crescendo mi insegna questo: sii onesto, vero e sincero con i tuoi amici e il tuo pubblico e avrai modo di riscattare quello per cui lavori e ti impegni. Non bisogna dare nulla per scontato e nulla mi è dovuto. Chiama ‘concerto’ e apprezza un pavimento con 10 persone che sono venute lì per te e divertiti.”

Palm Down suona, scrive, pensa e vive in questo modo e crede che l’unico mental attitude con cui un artista emergente debba ragionare sia questo.
Ha suonato in una band punkrock per 7 anni dove il D.I.Y. (do it yourself), dai dischi ai concerti, era all’ordine del giorno e, come chiunque, vorrebbe fare le cose in grande ma rimane sempre fedele all’idea che ogni pensiero partorito dalla mente dell’artista sia più autentico e funzionale di uno pilotato dall’esterno, dettato dalle leggi dell’epoca musicale in cui viviamo.

Francesco Zappia, un ragazzo romano classe 1995, decide di presentarsi al pubblico come Palm Down nell’Aprile del 2017, iniziando un percorso musicale diverso fino a quel momento, inspirato a songwriters americani e inglesi.
Decide di chiamarsi “Palm Down“ facendo riferimento al palmo della mano, componente  anatomico essenziale per il tatto, nel bene e nel male.

Palm Down suona un acoustic rock-folk-pop-punk, molti aggettivi che racchiudono le influenze che lo condizionano nella scrittura. Si inspira ad artisti e band come Frank Turner, Brian Fallon, Dave Hause, The Menzingers, Chris Cresswell (frontman dei The Flatliners), Mumford and Sons, Damien Rice e Conor Oberst, passando ore ed ore su Youtube guardando le performances live degli stessi, come fonte di studio.
Dopo un paio di concerti per prendere confidenza con la vita e il palco da solo-artist, entra in studio per registrare ‘Nosedive’, demo che pubblicherà a Settembre 2017.
Nosedive comprende 3 canzoni: la title-track, Underrated e una cover elogio ai The Gaslight Anthem, ‘The ’59 Sound’, capitanata da Mr. Brian Fallon.

Suona per 1 anno e mezzo nel Lazio e nel Nord Italia, ricevendo molti feedback positivi dalle varie scene locali, iniziando a far girare il nome e le sue canzoni. Propone live energici e intimi, coinvolgendo il pubblico raccontando storie che vivono nelle sue canzoni e suonando cover per divertire e divertirsi.
Palm Down sente però il bisogno di far sentire al pubblico molte più canzoni, quindi inizia una sessione intensa di scrittura e composizione del debut album, collaborando con l’amico chitarrista Fabrizio Giffi, col quale ha condiviso precedentemente una band per 3 anni. Entrano in studio e registrano “Unfamiliar Air in Familiar Places” in uscita il 12 Aprile 2019. Unfamiliar Air in Familiar Places contiene 10 canzoni che raccontano estratti di momenti di vita,
legati tra loro da un sentimento di alienazione, fiducia e sfiducia nelle amicizie e nell’amore, in luoghi e in condizioni climatiche che esprimono al meglio il mood. Quello che dovrebbe essere “familiare” diventa “non familiare”, respirando un’aria che dovrebbe appartenergli ma che non gli appartiene più. All’interno del disco viene proposta una nuova versione di Nosedive e nelle canzoni sono presenti chitarre elettriche, tastiere, percussioni e archi, oltre alle ritmiche acustiche. Monologues è il primo singolo estratto e racconta dei dialoghi e gli interrogativi interiori che
accompagnano dei “fragile feels to handle with care”.

INFO
USCITA: 12 Aprile 2019
PROVENIENZA: Roma, Italia
GENERE: Acoustic folk-pop-punk
ARTWORK: Lorenzo Morelli
FACEBOOK: https://www.facebook.com/palmdownmusic/
CONTATTI: palmdownmusic@gmail.com
STREAMING: https://open.spotify.com/album/3kgEBsAwz5VOM8eS5ceinF?si=cVnAdNivT5uxNgBC14KF1w

GIRLESS – See You When Fascism Is Whipped

Inserito il

See You When Fascism Is Whipped è il secondo album di Girless, a due anni di distanza dall’esordio I Have A Call. Il titolo è il saluto finale di una cartolina inviata da Woody Guthrie al padre mentre era arruolato nella marina statunitense durante la seconda guerra mondiale.
E proprio di Woody Guthrie, vero padre del folk americano, trattano i testi del disco. Personaggio enorme e unico nella sua epoca: americano, patriottico, cattolico, socialista, quasi marxista, tacciato di comunismo, sicuramente antifascista fino alla sua morte. Un uomo che amava il luogo in cui era nato (Okemah, OK) ma che allo stesso tempo nutriva un innato bisogno di muoversi, di viaggiare, per vedere e assaporare gli Stati Uniti nella sua interezza. Un autentico okie (termine usato per definire i migranti che dagli stati centrali si dirigevano in massa verso gli stati dell’ovest, magistralmente narrati in Furore da John Steinbeck) che cantava per gli ultimi e solo tra di loro si sentiva veramente a casa. Gli emarginati, i migranti di allora, di poco diversi dai migranti di oggi.

Intere famiglie che abbandonavano la propria terra per cercare fortuna verso altri lidi, con la speranza di un lavoro e di un futuro. Lavoratori sfruttati per pochi dollari e costretti a vivere in vere e proprie baraccopoli, mantenendo peró sempre uno spirito di mutua fratellanza. Le Union, i primi sindacati, non si chiamavano cosí per caso e Woody credeva davvero che una unione di tutti i lavoratori proletari avrebbe potuto combattere i mostri rappresentati dal possesso e dalla ricchezza.

Censurato, perseguitato dal maccartismo, rivalutato solo in seguito, come ogni rivoluzionario. Ma la vita di Woody è stata scandita anche da tragedie familiari, a partire dalla malattia della madre fino ad arrivare alle morti della sorella e di una figlia, entrambe per incendi casalinghi. Per concludersi poi con la malattia, ereditata dalla madre, che lo portó a una morte prematura.

Una vita impossibile da riassumere in una dozzina di libri, figuriamoci in un disco.

Girless ci ha umilmente provato.

Il disco è stato registrato e mixato da Steve Scanu. Masterizzato da Michele Zamboni.
Prodotto da Steve Scanu e Girless.
Testi e musiche di Girless. Che ha cantato e suonato tutte le canzoni.
Grafica e layout di Filippo Rieder.

Rilasciato da To Lose La Track e Malestro.
Ufficio stampa: Orazio @ Doppio Clic Promotions.
Booking: Mazza @ NoReason Booking

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